Faraone Giuseppe Presidente dell’autismo in Italia.
Ogni giorno su Facebook riceve storie di molte persone, e pubblica con amorevole sintesi la loro situazione, specialmente di mamme e papà che dedicano la loro vita a badare o meglio a curare i loro figli lasciando il posto di lavoro con le relative conseguenze finanziarie.
Io gli sono diventato amico, amico virtuale che prima o poi conoscerò e abbraccerò di persona.
Abbiamo parlato delle problematiche relative alle “offese” o meglio alle varie errate similitudine delle persone Piccole di statura, Acondroplasiche e altre forme di nanismo.
E ha scritto questo articolo che letto, mi ha fatto commuovere, sì, il primo politico che si prende cura di tutte le persone con disabilità, non esiste solo la disabilità fisica e psichica ma per le persone fragili si aggiunge una ancora più forte disabilita quella Morale, quando manca l’umanità le persone fragili si demoralizzano e nello stesso tempo si rifiutano di interaggire con il mondo.
Come faccio sempre cerco di dare, prima di scrivere il valore delle parole (tocco qualcuno, o scritto qualcosa che non va, ma soprattutto chi legge può creare dei problemi).
Quando si scrive con rabbia e rancore questo può succedere, io mi calmo e ragiono fino a quando, la mia coscienza e la mia anima dice che è giusto.
Caro Davide, ha scritto:
Ci vuole fegato e tanta pazienza per sopportare ogni giorno parole pesanti su vignette, spacciate per ironiche con offesa perenne, inconsciamente o consapevolmente crude e dirette a chi la disabilità non la sfoggia come abito compassionevole ma ci convive.
Qualche giorno sul Fatto, ennesima vignetta con chiaro sfottò per “i nani”.
E mi colpiscono non tanto le vignette ma le parole di Leonardo Cardo, affetto da nanismo, ha 65 anni gestisce un blog, una penna che va dritta al punto, senza girarci attorno ma senza nascondere adesso una certa stanchezza. Senza esasperazione, scrive collegando mente e cuore.
Leonardo si è chiesto molte volte perché fosse accaduto a lui e le parole che utilizza sono la sintesi perfetta di una umanità ancora da costruire: “La domanda che ora mi pongo è perché non usare la mia patologia per far capire che i pregiudizi non guariscono il corpo umano, anzi molte volte ti possono distruggere la mente e la vita. La prima fondamentale lezione di vita è l’accettazione di te stesso, ma soprattutto autostima del proprio esistere. Se io ho capito questo, riesco in tutti i modi a far capire gli altri che io non ho problemi. Se loro li hanno e non riescono a capire i miei sentimenti, non è più un mio problema”.
Peso e misura, le parole hanno anche questa funzione e quando deviano possono investire. Sono anni che combattiamo contro l’ignoranza che sforna pregiudizi e li cristallizza, che li eleva a pensiero dominante, che racchiude una società settoriale e non inclusiva. Ma se facessimo tutti attenzione alle parole, se ognuno si sforzasse di utilizzarle senza ferire nessuno, senza che diventino armi da taglio, avremmo già raggiunto un equilibrio e quella inclusione che non vuole l’uno contro l’altro ma parte attiva del medesimo percorso.
E ha ragione Leonardo: “ Vale di più l’umanità di un uomo che la sua altezza”.
Grazie caro Davide, qualcuno dirà che è politica, no!!!!, questa si chiama umanità
Un abbraccio forte Zio Leo un bacio a mia nipote Sara, io sono zio di tutti quelli che mi vogliono bene e delle persone per cui voglio o meglio desidero lottare per un loro benessere morale e fisico e psichico.
Non esiste un domani per voler bene, iniziamo da oggi ad amare.
