E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
Albert Einstein
Tutto inizia circa 65 anni fa; dopo pochi minuti la notizia: sono affetto da un nome così strano, la malattia mi ha provocato una forma di nanismo, la crescita normale del busto, ma non degli arti. Vi domanderete, cosa sia successo, un genoma su 35000 ha deciso di mutarsi, e quindi 1 bambino su 20.000 nasce con queste caratteristiche.
E’ considerata una malattia rara, ma quello che non è raro è trovare la gente che ti osserva come un fenomeno da deridere. Questo mi ha portato anche a delle considerazioni tragiche, la domanda che mi ponevo era “perché proprio a me”. La domanda che ora a 61 anni mi pongo è perché non usare la mia patologia per far capire che i pregiudizi non guariscono il corpo umano, anzi molte volte ti possono distruggere la mente e la vita.
La prima fondamentale lezione di vita è l’accettazione di te stesso, ma soprattutto autostima del proprio esistere. Così si combattono i pregiudizi, facendo capire come dice Bebe Vio “la nostra vita è una figata”. Se io ho capito questo, riesco in tutti i modi a far capire gli altri che io non ho problemi. Se loro li hanno e non riescono a capire i miei sentimenti, non è più un mio problema.
Quando vado nelle scuole e nelle aziende, vedo tutti interessati, gli occhi pieni di curiosità, interagisco con loro, mi seguono, tutto ciò che per loro rappresento è soltanto un uomo non più alto del normale, che riesce ad avere un’empatia nei loro confronti, si crea una sorta di karma, tutto quello che è “diverso” diventa parte integrante della vita sia a scuola, sia in ufficio.
Questi incontri mi hanno cambiato, ogni volta un’emozione e dentro di me, come una valanga aumenta la mia consapevolezza e autostima, e sono fiducioso che il mondo può essere cambiato, se prima cambiamo noi stessi.
5 risposte
immagino che non deve essere stato facile. è un piacere conoscerti e ammiro la tua energia. grazie.
Caro Leo, mi viene da dire che dal basso si vede l’anima delle persone. La tua è quindi una prospettiva privilegiata. Insegnaci per favore a vedere l’anima, ne abbiamo un gran bisogno.
Un abbraccio per un anno…..e una vita felice. Marcello
Ciao Leo…ti conosco oramai da oltre trent anni…ci siamo frequentati per qualche anno…e la nostra amicizia e diventata cosi profonda e radicata …che appena ci siamo rincontrati dopo piu di 20 anni di lontananza…il tempo e sparito…il vuoto si e colmato in un attimo…e il legame tra noi e comparso in tutta la sua intierezza…so che non la vediamo sempre nello stesso modo…(ma non per le differenze dai punti di vista fisici)…ma per ideologie differenti…Mi sei stato vicino come amico ,nei momenti di crisi…mi hai capito e consigliato in situazioni complicate…e questo ha fatto di noi…due persone che vivono in simbiosi …in complementarità….due esseri insomma che sono consapevoli che la vita di uno di noi…senza l esistenza dell altro..sarebbe stata incompleta…zoppa…o trova tu qualche altro termine piu adatto…
Detto questo come sai ,anche io non sono un gigante…dalla vetta dei miei 167 cm di statura ,nel tempo ho avuto i miei confronti con la vita….e li …ho capito che l’essere persona non e misurabile in Cm…certo sarebbe bello averne tanti…ma non troppi…pero e piu giusta un altezza morale…che purtroppo non è misurabile con unita di misura….almeno fino a quando non inventeranno …il..MORALOMETRO…..
Per cui voglio complimentarmi con TE per tutto quello che hai fatto..che stai facendo…e che farai…..e trasmettere i veri valori…non e da tutti…NON TUTTI NE SONO ALL ALTEZZA…(io per primo)…TU invece si…continua…un abbraccio…Ugo…quello di Desio…ora di Pontida…ciao..al nostro prossimo incontro…Bacioni a Luciana
Caro Leonardo, permettimi di darti del tu, anche se non ci conosciamo, ma ti sento davvero vicino per la tua storia. Mi piace come hai affrontato e affronti ogni giorno la tua vita. Io ho una storia analoga, anche se diversissima, e anch’io ho deciso ad un certo punto che se gli altri mi vedevano “diversa”, non doveva essere un mio problema. Poi pian piano ho finito per considerarmi non più diversa, ma “speciale”, e guardandomi intorno mi sono resa conto che gli altri erano tutti così banali, così uguali gli uni agli altri, così indistinguibili dalla massa, e ho finito per accettarmi proprio per come sono, perchè in una stanza piena di gente, io vengo notata, loro no. Non è presunzione, credimi, ma solo il risultato di un lavoro lungo e doloroso, che alla fine mi ha portato alla serenità interiore e a non dipendere dal giudizio altrui. Ti auguro tanta serenità, per il 2020 e per tutti gli anni a venire.
Complimenti per il tuo blog, il cinema non e’ realtà è illusione, ma quello che proviamo nel nostro io, le emozioni che ci da un film sono puramente individuali e tu lo fai benissimo, esprimi quello che provi non quello che gli altri di dicono di provare.Buon Anno Leonardo