La mia storia

E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio

Albert Einstein

Tutto inizia circa 65 anni fa; dopo pochi minuti la notizia: sono affetto da un nome così strano, la malattia mi ha provocato una forma di nanismo, la crescita normale del busto, ma non degli arti. Vi domanderete, cosa sia successo, un genoma su 35000 ha deciso di mutarsi, e quindi 1 bambino su 20.000 nasce con queste caratteristiche.

E’ considerata una malattia rara, ma quello che non è raro è trovare la gente che ti osserva come un fenomeno da deridere.

Questo mi ha portato anche a delle considerazioni tragiche, la domanda che mi ponevo era “perché proprio a me”.

La domanda che ora mi pongo è perché non usare la mia patologia per far capire che i pregiudizi non guariscono il corpo umano, anzi molte volte ti possono distruggere la mente e la vita.

La prima fondamentale lezione di vita è l’accettazione di te stesso, ma soprattutto autostima del proprio esistere.

Così si combattono i pregiudizi, facendo capire come dice Bebe Vio “la nostra vita è una figata”.

Se io ho capito questo, riesco in tutti i modi a far capire gli altri che io non ho problemi. Se loro li hanno e non riescono a capire i miei sentimenti, non è più un mio problema.

Quando vado nelle scuole e nelle aziende, vedo tutti interessati, gli occhi pieni di curiosità, interagisco con loro, mi seguono, tutto ciò che per loro rappresento è soltanto un uomo non più alto del normale, che riesce ad avere un’empatia nei loro confronti, si crea una sorta di karma, tutto quello che è “diverso” diventa parte integrante della vita sia a scuola, sia in ufficio.

Questi incontri mi hanno cambiato, ogni volta un’emozione e dentro di me, come una valanga aumenta la mia consapevolezza e autostima, e sono fiducioso che il mondo può essere cambiato, se prima cambiamo noi stessi.